Il Consulente coniugale e familiare o detto anche consulente della coppia e della famiglia, lavora nel settore socio-assistenziale ed educativo a cui singoli individui, le coppie nonché i gruppi familiari possono rivolgersi per ritrovare il dialogo e la comprensione reciproca. Questa figura professionale opera nei consultori familiari e nelle associazioni di volontariato e, grazie agli studi conseguiti e all’esperienza acquisita, utilizza le sue capacità per aiutare ad affrontare, chiarire e superare le problematiche che nascono all’interno di alcuni rapporti sociali come il rapporto di coppia o la vita familiare. 

Il consulente coniugale e familiare si pone come punto di intermediazione tra gli elementi di contrasto di un gruppo familiare o coniugale e può svolgere il suo lavoro sia in ambito pubblico presso le associazioni di volontariato, i consultori familiari e le strutture ospedaliere pubbliche sia all’interno di strutture private e può scegliere di svolgere il suo lavoro sia nel ruolo di dipendente che di libero professionista. È necessario considerare come il consulente coniugale e familiare non può essere considerato né un legale né un terapeuta e quindi non può spingere le persone in contrasto ad intraprendere una terapia o spingerle verso un ricongiungimento ma prova piuttosto ad aiutare la coppia o il gruppo familiare a cercare di prendere una decisione che possa favorire tutti i componenti del nucleo familiare attraverso una semplice mediazione familiare gestita dalla stessa professionista che, tenuto al segreto professionale, cerca di creare percorsi incentrati prevalentemente su atteggiamenti e tecniche di accoglienza. Nel caso si ponga la necessità, il consulente coniugale e familiare può collaborare con altri specialisti e si pone l’obiettivo di far rivalutare le persone in maniera totale, favorendo l’ascolto reciproco tra le parti litiganti e stimolando così in ogni individuo la ricerca di soluzioni che possano rispettare le esigenze della singola persona nonché la convivenza comune, cercando di porre come primo requisito su tutti un dialogo costante improntato sul presente e sul futuro e formalizzare così un accordo soddisfacente in grado di tutelare l’interesse degli eventuali figli, senza fornire soluzioni già pronte ma invitando la coppia ad un accordo personalizzato. La consulente, durante questa ricerca, si dovrà porre in una posizione neutrale, astenendosi anche dal giudicare le situazioni che si verranno a creare. Inoltre, tramite la  sua formazione e le sue conoscenze, il consulente coniugale e familiare può avvalersi di metodologie specifiche che possono agevolare diverse figure, mobilitando le risorse interne ed esterne e individuando tutte le soluzioni possibili che agiscono nel rispetto delle convinzioni etiche e favorendo così quella maturazione da parte dei pazienti che possa renderli capaci di rendere le proprie scelte autonome e responsabili. La consulenza del professionista può svolgersi sia in privato, quindi con un unico singolo individuo o una coppia, o in gruppo quindi nel caso di problemi familiari che ricordino l’interno nucleo familiare, può essere a seconda dei casi sia di breve che media durata, a seconda delle situazioni e della disponibilità ad approfondire le dinamiche della relazione che stanno intrattenendo.

Il consulente coniugale e familiare è una figura professionale che, come molte altre, è ancora in attesa di una legge che la regolamenti a livello nazionale e quindi per ora non esiste nemmeno un albo nazionale che raccolga tutti i professionisti in questo campo. Attualmente solo la AICCEF, l’Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari se ne occupa  una associazione nata nella seconda metà degli anni 90 che raccoglie i consulenti coniugali e familiari e dal 1994 è iscritta tra le nuove associazioni che raccolgono le nuove professioni non regolamentate da albi professionali dal CNEL, che se ne occupa ed è l’unica che cerca di promuovere la tutela della professionalità del consulente, certificando la preparazione dei suoi iscritti attraverso anche la creazione di percorsi formativi delle scuole di formazione. 

Per poter intraprendere la professione di consulente coniugale e familiare è necessario possedere o un titolo di studio di scuola media superiore o laurea triennale e/o magistrale; avere frequentato con esito positivo un corso organizzato da un ente pubblico o privato della durata di almeno un biennio ma che rispetti alcuni fondamentali criteri come la preparazione teorica di base nelle discipline psicologiche, sessuologiche, sanitarie, sociologiche, giuridiche e nelle altre scienze umane, la conoscenza di almeno due scuole teoriche di intervento e consulenza, l’apprendimento delle dinamiche di gruppo, supervisione individuale e supervisione di gruppo che consenta all’allievo di maturare la propria personalità in modo tale da scoprire le proprie motivazioni,inoltre, è necessario che il candidato abbia fatto delle esercitazioni pratiche, che consentano la verifica di quanto l’allievo abbia appreso e maturato  che si effettui la discussione della tesi finale; nella terza opzione, è possibile fare domanda di iscrizione all’AICCEF dopo aver praticato per un certo periodo all’interno di un consultorio familiare o comunque una realtà simile per una durata pari almeno a due anni.