L’Archeologo è un professionista qualificato in archeologia, ovvero quella disciplina che studia le civiltà e le culture umane passate nonché le loro relazioni con l’ambiente circostante mediante la raccolta, la documentazione, l’esplorazione e l’analisi delle tracce materiali che hanno costruito in passato come architetture, manufatti nonché resti biologici e umani. Anche se spesso erroneamente avviene, bisogna scindere questo percorso professionale da quello del paleontologo in quanto si occupano di  materie differenti: il paleontologo, infatti, a differenza dell’archeologo, nonostante sia essa stessa una scienza di tipo storico si occupa di classificare le forme viventi passate con lo scopo di cercare nonché spiegare le cause del loro mutamento o della loro estinzione, utilizzando anche tecniche mutuate da discipline scientifiche come la biochimica e l’ingegneria, materie che permettono di condurre anche ricerche e simulazioni a carattere sperimentale.  

L’archeologo è una figura professionale che si contraddistingue per i suoi particolari compiti e aiuta gli storici nella loro opera di ricostruzione del passato.  Si rivela un mestiere ideale per chi ama viaggiare nonché le antiche civiltà e, nonostante sia uno studioso del passato, il professionista si è trasformato in tutti gli effetti in un professionista che, lavorando al servizio di un  territorio, si occupa di fornire sia a livello di progettazione che di esecuzione le operazioni di scavo nonché di trovare soluzioni per la realizzazione di opere territoriali nel rispetto delle leggi di tutela sotto il controllo delle Soprintendenze ai Beni Archeologici. L’archeologo lavora in qualità di consulente in quanto svolge i compiti su incarico di Stazioni appaltanti o imprese costruttrici e il suo compito principale è quello di assicurare la corretta esecuzione dei lavori di scavo archeologico e fornire un’attendibile valutazione del rischio archeologico che permetta l’attivazione dei necessari provvedimenti di tutela e protezione.  Come lavora? L’archeologo individua una zona nella quale è ipotizzato sia vissuta un’antica civiltà: quest’area verrà definita area di scavo e verrà delimitata da pioli e corde. Si inizierà a pulire quest’area con vari strumenti utili per il mestiere come cazzuole, spazzole e pennelli e inizierà a scavare, solitamente, utilizzando il metodo stratigrafico che consiste nello scavare la zona per strati partendo dai più recenti fino a giungere a quelli più antichi in modo tale da riportare alla luce i resti più recenti e via via quelli più antichi. Una volta che è avvenuto lo scavo, si documentano le varie operazioni e i lavori realizzando foto e disegni che possano lasciare una testimonianza concreta di ogni strato prima che venga distrutto con i lavori di scavo: i materiali che vengono portati alla luce vengono denominati reperti e vengono puliti e catalogati apponendo su ognuno una sigla che indica lo strato di provenienza. 

La qualifica professionale di archeologo non è regolamentata in Italia da nessun testo normativo sia per quanto riguarda l’esercizio della sua professione che il suo profilo formativo. Gli aspiranti archeologi per intraprendere questa professione devono cominciare la carriera universitaria: in precedenza, il percorso universitario prevedeva tre anni di triennale in cui solitamente viene intrapreso un corso di laurea in Lettere e due anni di specializzazione in Archeologia (classe LM 2). Ora invece esiste un nuovissimo corso magistrale a ciclo unico di durata legale di cinque anni in archeologia. Il conseguimento della laurea specialistica non è l'ultimo step necessario per raggiungere questo obiettivo professionale.  Ottenuto il titolo specialistico, infatti, si apriranno due strade: o l'accesso a una apposita Scuola di Specializzazione, o la partecipazione a un bando di Dottorato di Ricerca.  In entrambi i casi sarà necessario il superamento di un test, nel quale saranno misurate conoscenze di cultura generale e conoscenze specifiche. I piani di studio possono, quindi, variare leggermente a seconda dell'Ateneo di iscrizione, ma comprendono tutti conoscenze approfondite di storia e lettere antiche. I corsi di studio, ovviamente, prevedono sempre la frequenza di laboratori pratici e stage, che permettano di mettere alla prova sul campo le conoscenze teoriche acquisite.  Inoltre, l’archeologo è l’esito di un percorso lungo e difficile che necessita di molto amore nella materia per essere eseguito nel migliore dei modi: il compito dell’archeologo , infatti, è quello di inserire le tracce del passato che troverà all’interno della ricostruzione storica del passato, elaborando interpretazioni e spiegazioni logiche. L’assenza di una vera e propria normativa, però, rende il percorso per diventare archeologo un po’ incerto ma questa carenza viene, però, da  un’offerta ricca e variegata che attraverso la frequentazione di seminari e scuole di specializzazione nonché esperienza sul campo permetteranno di acquisire competenze rivolte ad ambiti specifici per questa vastissima materia di studio. Per lavorare come archeologo, inoltre, è necessario possedere una buona cultura generale, saper lavorare sia in gruppo che in autonomia, avere capacità di gestire il proprio lavoro ottimizzando i tempi e conoscere le lingue straniere, nel caso in cui dovesse intraprendere scavi in paesi stranieri o nel caso in cui avesse persone straniere nel team di lavoro. Da non dimenticare anche lo spirito d’avventura e l’intraprendenza, requisiti basilari per intraprendere questo mestiere.